Dariusz Rott, Śląski Uniwersytet, Katowice
Mercoledì 15 febbraio 2023, via Zanon 6, aula 3, ore 12.00
Andrzej Rymsza e la sua traduzione di Terrae sanctae et urbis Hierusalem descriptio di Anselmo Polacco (1595)
L’opera di Anselmo Polacco uscì per la prima volta nel 1512 a Cracovia e divenne immediatamente un best seller, come mostrano le numerose edizioni latine e la traduzione polacca pubblicata a Vilna nel 1595 e ristampata tra gli altri a Lublino (1617), Varsavia (1696) e Supraśl (1698, 1725). La pubblicazione fu per secoli una guida estremamente popolare per i pellegrini che si recavano in Terrasanta. Suoi frammenti continuarono ad essere stampati ancora nel XIX e all’inizio del XX secolo. E’ possibile che ispiratore della traduzione polacca sia stato Mikołaj Krzysztof Radziwiłł detto Orfanello (pol. Sierotka, lit. Našlaitėlis). Andrzej Rymsza (ucr. Андрій Римша, ca. 1550 – + dopo 1595), il traduttore, apparteneva al milieu intellettuale dei Radziwiłł, che raccoglieva, tra gli altri, Krzysztof Arciszewski, Olbrycht Karmanowski, Daniel Naborowski, Samuel Przypkowski e Salomon Rysiński. Oggi la sua figura è completamente dimenticata. Andrzej Rymsza usava gli pseudonimi M R L e A. R. Litwin (Lituano). Nacque intorno al 1550, probabilmente presso Navahrudak (pol. Nowogródek, lit. Naugardukas), oggi Repubblica di Bielorussia. Della sua formazione non sappiamo nulla. Dagli anni settanta del Cinquecento, e forse anche un po’ prima, entrò in relazione con la corte dei Radziwiłł. Inizialmente prestò servizio presso Mikołaj detto „il Rosso”, e in seguito presso Krzysztof „il Fulmine”, con il quale partecipò a più di una spedizione militare. Scrisse un’opera oggi perduta, Chronologia (pubblicata a Ostroróg nel 1581), probabilmente dedicata al calendario gregoriano, un poema poco noto sulla spedizione di Krzysztof Radziwiłł contro Mosca nel 1581 e vari epigrammi. A Biržai ricopriva la carica di pretore – vicestarosta. Morì dopo il 1595.
Giovedì 16 febbraio 2023, via Zanon 6, aula 5, ore 14.00
Hippica, to jest o koniach księgi di Krzysztof Moniwid Dorohostajski (1603)
Krzysztof Moniwid Dorohostajski (1562 -1615) fu una delle figure più interessanti della sua epoca. Occupava una posizione sociale di spicco, fu una personalità di rilievo sul piano politico, militare, religioso e letterario. Nel 1588 gli fu affidata la prima carica, ereditata dal padre, di siniscalco di Lituania. Nel 1590 avanzò al rango di krajczy di Lituania (incisor Lithuaniae). Due anni dopo fu nominato podczaszy (pocillator), nel 1596 maresciallo della corte di Lituania (mareschalus curiae), e un anno dopo gli fu conferita la più alta carica del Granducato di Lituania, quella di Gran Maresciallo di Lituania. Si sono conservate molte sue lettere, in particolare indirizzate ai parenti di Zofia Radziwiłłówna, la sua seconda moglie. Si conoscono anche brevi sue composizioni poetiche e traduzioni della poesia di Virgilio, il suo opus vitae tuttavia è costituito da Hippica to jest o koniach księgi (Ippica, ovvero libri sui cavalli). L’opera fu pubblicata per la prima volta nel 1603 a Cracovia. Dalla sua pubblicazione fino ad oggi Hippika di Dorohostajski – nel suo genere l’opera più vasta, accurata e meglio scritta di tutta la letteratura dell’antica Repubblica – non ha mai smesso di essere popolare. Sta a dimostrarlo il numero di edizioni. Oltre alla prima stampa, nel XVII secolo l’opera fu ristampata tre volte: nel 1620, 1647 e 1700 . Tra XVIII e XX secolo Hippika venne pubblicata una volta per secolo: nel 1730, 1861 e 1979. Dopo quattro secoli gli Hippica hanno perso il loro valore pratico, ma non la loro attrattiva storico-culturale e continuano ad essere letti e discussi.